
L’INVITO AL GIOCO E I GIOCHI OPEN-ENDED
Per il bambino il gioco è qualcosa di sacro, di necessario come respirare.
Attraverso il gioco il bambino sviluppa le sue capacità motorie e sensoriali, elabora la sua soggettività ed esprime le proprie emozioni.
Fin dalla nascita il bambino si relaziona con il mondo attraverso i sensi e in particolar modo il tatto. Questo canale di apprendimento proseguirà per tutta la prima infanzia. Le attività che privilegiano l’uso dei sensi sono infatti quelle che favoriscono maggiormente l’apprendimento e la costruzione della proprio carattere. Ecco perché è fondamentale creare un ambiente che accoglie e stimola questo tipo di attività. Un ambiente il più possibile ordinato che invita al gioco e permette la concentrazione.
Un ambiente che offre materiali e attività creative adatte alle diverse fasi di sviluppo del bambino. In questo senso la scelta dei materiali e tipologia di giochi è importantissima.
Quali materiali offrire al bambino
E’ importante offrire al bambino una grande varietà di materiali in modo da sperimentare un ampio ventaglio di sensazioni possibili. Sicuramente i materiali naturali sono quelli che stimolano maggiormente i sensi. Non solo il tatto ma anche la vista e l’olfatto. Pensiamo a tutte le informazioni che possono essere trasmesse da un foglio di carta o un pezzo di legno.
Ruvido-liscio, duro-morbido, chiaro-scuro. E’ importante proporre al bambino materiali che reagiscono in modo differente a seconda della loro natura e delle azioni che vengono compiute su di essi.
Per esempio la carta può essere piegata, accartocciata, cambiare forma, fare rumore essere strappata. Ha un suo odore e può essere più o meno liscia, sottile, spessa, flessibile, rigida, di svariati colori, ecc.
Allo stesso modo un pezzo di stoffa può essere usato per coprire, avvolgere, nascondere, scoprire, scaldare, pulire… e così via.
Inoltre i materiali possono essere asciutti o bagnati, solidi o liquidi, caldi o freddi.
Le attività costruite intorno a questa varietà di sensazioni trasferiscono al bambino un numero infinito di stimoli e informazioni.
Ecco perché scegliere giochi fatti da materiali naturali e differenti tra loro. Giochi che non hanno regole predefinite che incoraggiano fantasia, creatività e immaginazione.
Come presentare il gioco
Seguendo il pensiero guida della filosofia Montessori, dobbiamo fornire al bambino un ambiente in cui possa essere il più possibile libero di sperimentare e muoversi in autonomia. I bambini infatti hanno un naturale e istintivo impulso all’apprendimento e più vengono lasciati liberi di esplorare e più riusciranno a imparare e mantenere questa curiosità nella vita. Il compito del genitore è quello (non sempre facile) di osservarli e rispettare i loro modi e tempi nell’apprendimento, fornendo un ambiente adatto al loro sviluppo fin dai primi giorni di vita.
Allo stesso modo la preparazione o presentazione del gioco assume un ruolo fondamentale per lo svolgimento di un’attività.
Ogni attività ha un suo spazio per essere svolta e un posto per essere riposta. Questo aiuta il bambino a scegliere in autonomia e a concentrarsi sul lavoro che sta svolgendo. I bambini hanno bisogno di ordine, sia per giocare che per rimettere a posto.
Presentare il gioco in uno spazio circoscritto come un vassoio, un piatto, un’asse o un piccolo tavolo, aiuta il bambino a trovare la giusta concentrazione, trovando nel limite del confine, il raccoglimento necessario a non distrarsi.
Un ambiente ordinato aiuta la concentrazione e aumenta il tempo di attenzione. I tre elementi fondamentali per svolgere le attività Montessori sono: lo scaffale basso per disporre i giochi, il vassoio per contenere la singola attività e il tappeto per svolgere il lavoro ( per saperne di più leggi l’articolo AFFERRARE SCOPRIRE ESPLORARE )
Nella filosofia Montessori ogni attività ha un suo scopo e un modo univoco di essere svolta. Se per molti aspetti questo aiuta il bambino a concentrarsi e a formare un ordine mentale che lo aiuterà nella vita a risolvere determinati problemi, resta comunque uno degli aspetti più rigidi di tale disciplina.
L’invito al gioco
Considerando che la mente dell’essere umano non segue solo schemi logici, è importante proporre anche attività più complesse e “meno ordinate”. L’invito al gioco serve a favorire la sperimentazione libera. Usare le conoscenze acquisite dalle attività già svolte per creare scenari e soluzioni differenti, nuove, creative.
Una delle prime proposte di invito al gioco è sicuramente il “Cesto dei tesori”. Può essere presentato a partire dai 6 mesi o da quando il bambino è capace di stare ben seduto e afferrare in autonomia gli oggetti (leggi l’articolo IL CESTO DEI TESORI – per bambini da 6 a 12 mesi ). Il cesto infatti invita all’esplorazione degli oggetti in esso contenuto e l’esplorazione è uno dei mezzi più importanti con cui il bambino scopre il mondo.
Ma se fino ai 12 mesi l’esplorazione è la parte fondamentale dell’attività, dal secondo anno di vita, attraverso manipolazioni e costruzioni sempre più complesse, il bambino aggiunge “simbolismo” al gioco, riproducendo frammenti di vita quotidiana rielaborati in base alla sua esperienza, ai suoi bisogni e alle sue paure.
Seguendo questa naturale complessità del gioco, presentare un’attività con più funzioni e fini aiuta il bambino a sviluppare il “pensiero divergente”. Ovvero la capacità di produrre una serie di possibili soluzioni alternative a un problema che non preveda un’unica soluzione corretta. Nei bambini questo modo di pensare è naturale, guidati dalla loro innata curiosità e mancanza di idee e soluzioni precostituite. Purtroppo crescendo questa attitudine, se non allenata, si può perdere o essere inibita dal pensiero convergente, logico, lineare che anche la scuola predilige.
Come allenare il pensiero divergente?
- Cercare di produrre un gran numero di idee
- Cercare di trovare idee innovative
- Cercare di sviluppare queste idee in più modi possibili
Così L’invito al gioco diventa anche un importante mezzo per coltivare e allenare il pensiero divergente oltre ad essere un valido sistema per favorire l’autonomia e la creatività nel gioco. Possiamo creare l’invito al gioco con qualsiasi oggetto che troviamo in casa ma sicuramente i giochi open-ended sono quelli che si prestano meglio a questo tipo di attività.
Giochi open-ended
I giochi possono dividersi in due grandi categorie: i giochi che hanno una funzione definita e quelli che non ce l’hanno.
Quando la funzione del giocattolo è ben definita (per esempio una bambola parlante, una macchinina, un puzzle) anche il tipo e numeri di giochi che si può fare con esso lo saranno. I giochi con funzione prestabilita richiedono azioni specifiche per essere svolti. Questo limita moltissimo l’inventiva del bambino nei confronti di quell’oggetto.
I giochi invece che non hanno una finalità prestabilita non hanno regole o istruzioni. Questo tipo di gioco lascia libero spazio alla fantasia e il bambino diventa esso stesso artefice del gioco, decidendo secondo la sua creatività come giocarci.
Questi giochi vengono chiamati in inglese “ope-ended toys” cioè “giochi a finale aperto”.
I giochi open-ended sono semplici, solitamente in materiale naturale ma non solo. Offrendo diverse possibilità di utilizzo durano più a lungo, moltissimi per tutta la prima infanzia e l’età scolare. Grazie alla grande versatilità, i giochi open-ended non perdono interesse potendo essere usati in modo differente a seconda dell’età del bambino.
Alcuni esempi di giochi open-ended:
- costruzioni (di qualsiasi forma, dimensioni o materiali)
- nastri di raso
- teli di seta o cotone
- figure in legno, feltro o vinile
- ciotole e piatti
- loose parts (leggi l’articolo IL GIOCO DESTRUTTURATO O “LOOSE PARTS”)
I giochi open-ended sono perfetti per far giocare insieme più bambini anche se di età differenti. Ognuno troverà negli elementi presentati un proprio modo di giocare che può coincidere o meno.
Saper condividere gli stessi materiali è fondamentale per imparare a relazionarsi con i propri coetanei ma non solo. Farlo nella proposta di gioco comune è più semplice perché non esiste una proprietà predeterminata.
Inoltre i giochi open-ended solitamente non hanno genere o età indicate e quindi possono essere utilizzati come materiale comune da lasciare a disposizione per tutti i componenti della famiglia!
Presentare un’attività open-ended attraverso l’invito al gioco
Abbiamo già parlato dell’importanza della presentazione dei giochi per stimolare il bambino a svolgere in autonomia e ordine un’attività.
Anche il modo in cui viene presentato un gioco può essere determinante per creare la giusta curiosità e interesse. Pensiamo a quanto sia importante nella scelta, la copertina di un libro o la locandina di un film.
Proporre un gioco open-ended è come cominciare a raccontare una storia … il cui finale lo deciderà il bambino.
E’ importante allestire il nostro invito al gioco in uno spazio “pulito” libero da distrazioni, che permette al bambino di concentrarsi sulla nostra proposta. Quindi no alla TV accesa, altri giochi in giro, presenza di troppe persone ecc.
Se è vero che molti giochi open-ended non hanno un’età indicata è tuttavia molto importante presentare ogni gioco in modo coerente all’età del bambino e delle sue capacità. L’invito al gioco deve sempre corrispondere all’interesse del bambino, in questo modo il gioco sarà spontaneo e privo di frustrazioni.
A seconda dell’età e dell’attività che vogliamo proporre utilizziamo più o meno elementi. Ad esempio se l’attività principale deve essere il travaso predisponiamo vari oggetti adatti a questo esercizio con qualche elemento che stimoli anche una seconda via, come l’impilo o infilo.
Come si vede dal vassoio nelle immagini sopra, insieme alle ciotole e mestoli di vari tipi, sono presenti anche il tubo di cartone e gli omini nel portauovo che aprono il gioco ad altre possibilità.
La differenza con il semplice vassoio attività montessoriano sta proprio in questa libertà di gioco, nell’invito ad esplorare altre strade attraverso il pensiero divergente che diventa creatività.
Man mano che il bambino cresce possiamo articolare l’attività con oggetti accessori come libri, carte, illustrazioni che creano una scenografia intorno alla quale il bambino può creare la propria storia.
La stessa attività può essere presentata più volte o a più bambini e ogni volta il gioco verrà svolto in modo differente a secondo del momento, degli interessi personali e dell’età. Questa diversità nasce dalla fantasia e creatività di ciascun bambino.
Il piattino con fagioli secchi sarà un invito al travaso per i più piccoli, un gioco “per far finta” o ancora, per i più grandi, piccole provviste per l’inverno in una rappresentazione più complessa che coinvolge scenografie e personaggi … L’invito al gioco, attraverso i giochi open-ended, non avendo un fine predeterminato si presta ad essere svolto in infiniti modi e proprio in questa libertà il pensiero divergente trova la sua massima espressione.
Se il bambino è piccolo (sotto ai 2-3 anni) il pavimento sarà il luogo più adatto. Per delimitare l’attività è molto utile utilizzare un grande vassoio con bordi oppure una scatola bassa o un cassetto di legno, in cui comporre gli elementi. Questo offre al bambino, in modo chiaro ed immediato, uno scenario in cui giocare.
Per bambini più grandi possiamo allestire l’attività sul tavolino basso utilizzando piatti a scomparti, ciotole, piccoli vassoi ecc.
Può essere utile seguire un tema:
- La storia di un libro letto insieme oppure di un cartone visto in televisione.
- Una festa o rito annuale (Halloween, Natale, Pasqua, Plenilunio, Solstizio ecc.)
- Gli interessi del momento (impilare, contare, scrivere, leggere, impastare, ecc.)





Ricordiamo sempre che il gioco è il mezzo naturale attraverso il quale il bambino apprende e forma il proprio modo di pensare. Fare in modo che il suo pensiero rimanga curioso e creativo è compito nostro, perché
“La creatività è l’intelligenza che si diverte”
(Albert Einstein)
Alcuni profili Instagram da cui prendere spunto …
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