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Dal secondo anno di vita: routine e gesti quotidiani

Dal secondo anno di vita: routine e gesti quotidiani

A partire dai 12 mesi il bambino sente un impulso irrefrenabile di riprodurre i gesti dell’adulto. Attraverso l’osservazione e la ripetizione apprende e sviluppa la sua autonomia.

 

“L’oggetto di questi gesti non è il vero scopo di essi: il bambino ubbidisce a uno stimolo interno.” 

Maria Montessori (La mente del bambino)

L’apprendimento vicario (o apprendimento osservativo) è una teoria sviluppata da Albert Bandura nell’ambito della prospettiva cognitivo-sociale.

Secondo lo psicologo si parla di apprendimento vicario quando il bambino apprende come comportarsi attraverso l’osservazione.

L’apprendimento vicario potrebbe sembrare, quindi, solo come un processo passivo, in realtà sottende un enorme lavoro cognitivo che non necessariamente è visibile nell’immediato. Infatti, saper fare qualcosa non significa solamente eseguire l’azione corrispondente ma anche avere una spinta, una motivazione che aiuta a compierla: questa spinta è l’indipendenza.

vita pratica (16)
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Osservando gli adulti tagliare, stendere, vestirsi, il bambino cercherà luoghi in cui poterlo fare a sua volta; il bambino così, scoprirà che fare è gratificante e non accetterà più di essere sostituito, perché l’esperienza diretta dell’errore, della conquista tramite la concentrazione e la fatica è impagabile e non vorrà più rinunciarvi.

Sarà importante che l’adulto “diminuisca” gradualmente il suo intervento affinché il bambino possa crescere; la responsabilità educativa rimarrà comunque nelle mani dei genitori.

Le regole date dall’adulto, sono, quindi, tanto importanti quanto la libertà.

Maria Montessori ci aiuta con alcune indicazioni semplici e allo stesso tempo illuminanti. Il “no” dell’adulto deve essere inevitabile quando il bambino:

– mette in pericolo se stesso

– mette in pericolo qualcun altro

– mette in pericolo l’ambiente

Occorre tenere a mente che non esiste un’età giusta per essere autonomi: per diventare indipendenti bisogna esercitarsi quotidianamente, a piccoli passi e a partire dall’interesse spontaneo. Quando il bambino esprime il desiderio di occuparsi di sé, dovrebbe essere accolto, sentirsi ascoltato e accompagnato in questo percorso.

Come gestire allora il desiderio di fare dei bambini in accordo con lo spazio domestico, gli impegni familiari, i bisogni di tutti?

Adattando l’ambiente e definendo regole di comportamento chiare e semplici, che indichino al bambino lo spazio d’azione e i limiti invalicabili.

Ecco alcuni suggerimenti generali per allestire e gestire le attività dei bambini ed aiutarli a diventare autonomi.

VESTIRSI

 

Fino ai 4 anni è più indicato prediligere scarpe morbide solo da infilare o con una chiusura con elastico o velcro piuttosto che con le stringhe da allacciare, così come andrebbero proposte giacche con delle chiusure che il bambino possa gestire da solo. È meglio evitare gli abiti attillati, le camicie, le salopette, privilegiando le maglie che si infilano, i pantaloni senza cerniere e bottoni.

Occorre ricordare che tra “la mamma veste il bambino” e “il bambino si veste da solo” esiste il periodo in cui “il bambino si veste con l’aiuto della mamma”: in alcuni casi sarà il genitore ad iniziare l’azione che il bambino porterà a termine (es. “ti allargo la calza, tu infila il piede”), in altre sarà il bambino a voler iniziare l’azione e l‘adulto lo aiuterà a portarla a termine (es. “infila la testa nel collo della maglia, io ti preparo le maniche”).

Il genitore dovrà rallentare i suoi gesti (quasi enfatizzandoli, esagerandoli) perché il bambino ha bisogno di tempo, di osservare e di ripetere, finché i gesti utili per portare a termine l’azione non diverranno più comprensibili e li potrà così riprodurre.

Spesso i bambini hanno anche il desiderio di scegliere in autonomia i vestiti da indossare, allora quando sono piccoli possiamo mettere a loro disposizione due o tre capi che abbiamo selezionato in precedenza tra cui fare la scelta; quando diventeranno più grandi potremmo disporre un ripiano dell’armadio con gli abiti ben suddivisi per categoria in modo da facilitare la scelta degli abbinamenti in autonomia.

 

Può essere utile predisporre un angolo per vestirsi formato da un’appenderia, una sedia e un piccolo ripiano dove sistemare le scarpe e il cambio scelto insieme la sera precedente. In questo modo, al mattino, il bambino ha a disposizione tutto quello che gli è necessario per vestirsi in autonomia. La sedia delimita l’azione proprio come il vassoio delle attività.

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MANGIARE

 

Tra 6 e 10 mesi il bambino inizia ad afferrare il cibo con le mani, lo lancia, ci gioca e solo in piccola parte raggiunge la bocca; tra 10 e 15 mesi il bambino impara a impugnare correttamente il cucchiaio, ma ci vorrà una laboriosa sperimentazione per imparare a raccogliere il cibo e portarlo alla bocca. Intorno ai 2 anni dovrebbe mangiare da solo buona parte del pasto e si potrà anche introdurre il coltello con la punta arrotondata che il piccolo userà per sminuzzare cibi inizialmente morbidi.

Se l’esempio è importante, in questo caso diventa fondamentale, infatti l’apprendimento si basa sull’imitazione: gli adulti devono usare correttamente le posate e mostrare le buone regole dello stare a tavola. Solo così i piccoli si adegueranno naturalmente e senza difficoltà al comportamento degli altri; quindi è importante che i bambini mangino nello stesso momento in cui mangiano gli adulti.

Inoltre, l’adulto, deve cercare di non sopperire alla pigrizia del bambino e cedere ad imboccarlo, ma deve impegnarsi a favorire la sua autonomia, anche se i tempi inevitabilmente si allungheranno.

Aiutarli a sviluppare la loro autonomia significa predisporre un ambiente adeguato con materiali adeguati: la seduta deve essere comoda e all’altezza del tavolo. Piatti, bicchieri e posate devono essere ergonomici e con un peso adeguato alle loro capacità di prensione.

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APPARECCHIARE

 

Curare l’apparecchiatura della tavola significa attribuire importanza al rito del pasto e della convivialità. Attraverso l’osservazione dei suoi genitori il bambino introietterà la disposizione degli oggetti all’interno della cucina, le modalità di trasporto, la posizione dei piatti, delle postate e dei bicchieri.

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Ogni gesto compiuto dall’adulto è, quindi, un’occasione di apprendimento; i genitori devono cercare di non sovrapporre uno stimolo verbale ad uno visivo (“Se ti sto mostrando qualcosa, sto in silenzio”; “Se ti sto parlando, il mio corpo è fermo”) e devono rallentare i gesti per renderli chiaramente visibili. È fondamentale creare delle vere e proprie routine dove le procedure di esecuzione abbiano sempre lo stesso ordine (ad esempio, prendere la tovaglia, appoggiarla sul tavolo, aprirla, disporre i piatti…). L’ordine di esecuzione permetterà al bambino di cogliere il procedimento corretto con maggior velocità e semplicità.

Per facilitare l’apparecchiatura è possibile anche utilizzare una tovaglia con disegnate le sagome delle stoviglie.

Disponiamo nei cassetti bassi l’occorrente per apparecchiare la tavola e fissiamo al muro un gancino dove potrà appendere la sua bavaglia.

Spesso, per paura che possa ferirsi, i genitori impediscono al bambino di imbattersi in oggetti potenzialmente pericolosi. Ma un coltello che non taglia o un bicchiere di plastica non insegnano al bambino ad essere prudente, ma al contrario il loro utilizzo gli mostrano che non succede nulla anche se li utilizza in modo improprio.

Allora possiamo utilizzare per i nostri piccoli un piattino in ceramica e una forchetta da dolce e una piccola caraffa in vetro che gli permetterà di versarsi l’acqua da solo.

Quindi, come si fa a proteggere i bambini da incidenti domestici dovuti ad un cattivo uso di oggetti pericolosi? Permettendo loro di utilizzarli solo quando sono seriamente interessati, poiché l’interesse autentico genera concentrazione, e di conseguenza la prudenza.

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CUCINARE

 

 

Non importa quanti anni abbia il nostro bambino, in qualunque momento si possono svolgere delle attività con lui, con un grado di coinvolgimento differente in base agli interessi e alle competenze possedute. In cucina, le finalità dell’esperienza non si riducono alla preparazione di una pietanza ma riguardano lo stare insieme, affinare la manualità, familiarizzare con il cibo e gli strumenti della cucina, conoscere le quantità e svolgere un’azione per la famiglia.

La sicurezza di un ambiente dà serenità sia al bambino, sia all’adulto. Ecco alcuni suggerimenti per garantire la sicurezza in cucina:

– togliere dalla portata di mano dei bambini gli oggetti taglienti e le sostanze velenose riponendole nei piani alti;

-girare verso l’interno i manici delle pentole sul fuoco;

-evitare di lasciare rialzi (sedie o sgabelli) vicino ai fuochi che diano occasione al bambino di arrampicarsi.

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IGIENE PERSONALE

 

 

Le regole per frequentare il bagno devono essere chiare e andranno ripetute ogni volta finchè non saranno interiorizzate; dovranno essere trasmesse con calma, giustificandone le ragioni. Ecco alcuni accorgimenti:

-non si corre

-non ci si arrampica

-se cade l’acqua a terra si deve asciugare

Gli adulti dovranno riporre gli oggetti pericolosi in altro e non lasciare apparecchiature elettriche attaccate alla corrente. Dovranno assicurarsi, inoltre, che il pavimento sia sempre asciutto e regolare la temperatura dell’acqua calda affichè non possa mai provocare ustioni accidentali.

In bagno potrà essere appesa alla parete una sequenza che mostri visivamente quali sono le mansioni da svolgere e in quale ordine.

Potete utilizzare il bidet come mini-lavandino ad uso esclusivo dei bambini dove ci potranno essere: un piccolo specchio che permetta loro di guardarsi prima e dopo essersi lavati, un asciugamano appeso ad un gancino, il sapone, lo spazzolino e il dentifricio, la spazzola per i capelli. Se non ci fosse la possibilità di utilizzare il bidet ci si può dotare di una torretta che possa consentire al bambino di raggiungere facilmente il lavandino.

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RIORDINARE

 

Riordinare non è una punizione, un castigo o una cosa da fare solo per compiacere mamma e papà. Riordinare significa dare valore agli oggetti, custodirli, averne cura.

Il riordino è parte integrante dell’attività.

Il ruolo dell’adulto è quello di favorire la ricerca e quindi la successiva sistemazione: se si assegna ad ogni cosa il proprio posto il bambino potrà reperire autonomamente ciò che gli occorre e imparerà a riporre gli oggetti al loro posto quando avrà finito di utilizzarli.

Perché il bambino diventi autonomo nel riordino dello spazio occorre dargli tempo. Le fasi di questo percorso di acquisizione dell’autonomia sono le seguenti: l’adulto riordina e il bambino osserva, l’adulto riordina e il bambino aiuta, il bambino riordina e l’adulto aiuta, il bambino riordina

vassoio montessori
scaffale montessori

Il compito dell’adulto è quello di ricordarsi continuamente che il bambino nasce curioso, desideroso di imparare, conoscere e capire, senza paura di sbagliare. È naturalmente motivato a impiegare il massimo delle proprie energie in ciò che fa, quindi occorre aver cura per non soffocare la sua voglia di fare.

Educare all’autonomia significa impiegare maggiori energie e dedicare più tempo alle diverse attività, lavorando su se stessi a favore del bambino.

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Contenitore portaoggetti Topo - 3 Sprouts
Contenitore portaoggetti Drago - 3 Sprouts
Contenitore portaoggetti Serpente - 3 Sprouts
Contenitore portaoggetti Gufo - 3 Sprouts
Contenitore portaoggetti Gatto - 3 Sprouts

ROUTINE E AUTONOMIA

 

Stabilire, per quanto possibile, una routine giornaliera, aiuta il bambino ad essere autonomo e sicuro. Attraverso i gesti ripetuti e conosciuti insegniamo al bambino a fare da solo alcuni compiti: vestirsi, lavarsi, preparare la tavola, fare i compiti, mettere in ordine e così via.

Per aiutare il bambino a ricordare le varie attività giornaliere e dare una sequenza temporale a ogni impegno può essere utile il supporto delle carte nomenclate. Una sorta di calendario visivo per organizzare la giornata o i giorni della settimana.

Possono essere utilizzate anche per stabilire una sequenza logica per attività specifiche come il momento: dei pasti, dell’igiene, della nanna, del mattino, ecc..

CARTE DELLE NOMENCLATURE MONTESSORI

 

Le carte delle nomenclature (o flashcards ) o carte tematiche fanno parte del materiale montessoriano.

Lo scopo delle carte delle nomenclature è aiutare i bambini nell’acquisizione del linguaggio, nell’ampliare il proprio vocabolario, classificare gli oggetti per gruppi e famiglie oltre che introdurre indirettamente la lettura attraverso l’osservazione delle parole associate alle immagini.

Possono essere usate a partire dai 18 mesi e rese man mano più complesse durante le varie fasi di crescita.

Per sapere come si usano leggete anche “Dal secondo anno di vita: il linguaggio”

 

Nelle routine sono possono essere uno strumento rafforzativo per l’azione da compiere. 

Illustrazioni di: Francesca Papaleo

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Scritto da: Federica Bartesaghi

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Fotografie di: Nadia Migliorato

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